mercoledì 23 aprile 2008

Pasta per Pizza (BASE) Il Commento di Antonino


Antonino scrive:

Come ti dicevo ho qualche consiglio per la lievitazione.

Intanto deve essere lenta e piu' lunga possibile anche dodici ore, regolare la quantità di lievito in base a quanto tempo si ha a disposizione. Chiaramente piu' tempo si pensa possa stare a lievitare la pasta, meno in proporzione lievito si mette.

Per esempio quando si ha poco tempo si tende a esagerare con il lievito dando alla pizza un gusto poco gradevole e questo chiaramente non va fatto.

Personalmente quando preparo la pizza in casa creo subito "le palline" di pasta pronte poi ad essere stese in forma circolare o rettangolare.

Il peso chiaramente varia in base alla grandezza della teglia.

Una teglia circolare di normali dimensioni, tipo pizzeria, viene abbondantemente riempita con una pallina di pasta che va dai 180 grammi (particolarmente sottile) ai 230 grammi (un pò piu' spessa) .

-----

Grazie Antonino

1 commento:

Antonino Schiera ha detto...

Piccola curiosità in tema.

Chi non è stato almeno una volta nei paesi di lingua tedesca, Germania Francia ma anche in Francia, Olanda.
Per chi non lo sapesse questi paesi sono stati "colonizzati" parlando appunto di ambito culinario, di ristoranti e pizzerie tipicamente italiani. Molti nostri connazionali sono emigrati in questi paesi non solo per lavorare in fabbrica ma anche per aprire e lavorare nei ristoranti.
Purtroppo oggi sta accadendo una cosa non bella a mio parere. Molti imprenditori di altri paesi, albanesi in primo luogo hano acquistato questi locali e molto spesso anche il personale non è italiano. Non possiamo ancora parlare di "estinzione" dei locali italiani al 100% ma diventa sempre piu' difficile trovarli. A me è capitato di entrare in un ristorante pizzeria "La Toscana" a Bludenz un paesino della'Austria occidentale. Tutti erano albanesi compreso il pizzaiolo e la pizza non era un granchè. Chiaramente non vgoglio essere nè classista nè razzista. Ma è una questione di gusto e tradizione che sta venendo a mancare, tanto che le associazioni di categoria cominciano a chiedere alla Comunità europea una sorta di marchio doc.